Accogliamo Pegah Emambakhsh in Italia

Cari amici, sappiamo che l’adesione ad un appello on line è poca cosa e che spesso siamo bombardati da richieste di adesioni e "catene" di email. Vi chiediamo di leggere e firmare questa richiesta e di farla giungere a rappresentanti politici e istituzionali. Il tempo a disposizione è molto scarso. L’estradizione di Pegah dovrebbe avvenire tra pochi giorni. (scusateci, inoltre, se la riceverete più volte)


 
Chiediamo che il Governo italiano intervenga tempestivamente sulla vicenda della donna iraniana Pegah Emambakhsh, che rischia l’espulsione dalla Gran Bretagna e il rimpatrio forzato nel proprio paese, dove, in quanto lesbica, andrebbe incontro a gravissime conseguenze per la propria incolumità personale. Ci uniamo quindi all’appello già recentemente lanciato dal deputato Franco Grillini, perché le autorità italiane si dichiarino disponibili ad ospitare e garantire protezione a Pegah Emambakhsh, sottraendola alle intollerabili persecuzioni cui il regime teocratico ed omofobico dell’Iran costantemente sottopone lesbiche e omosessuali.
Gli organi di stampa hanno in questi giorni riportato la notizia secondo cui il diritto di asilo sarebbe stato negato dalle autorità britanniche a Pegah Emambakhsh in quanto, richiesta di fornire prove della propria omosessualità, la donna ha logicamente obiettato che ciò è impossibile. L’umiliante logica burocratica di un paese europeo tra i più civili si aggiunge alle sofferenze da lungo tempo patite da Pegah Emambakhsh ad opera dei fondamentalisti suoi connazionali: la sua compagna, infatti, è stata torturata e condannata a morte dalla polizia iraniana, che ha arrestato e seviziato anche altri membri della sua famiglia.
L’unica causa scatenante di tale agghiacciante persecuzione risiede nell’orientamento sessuale di Pegah, come accade purtroppo a moltissime altre donne e uomini in Iran e in troppi paesi del mondo in cui i diritti inalienabili delle donne e degli uomini omosessuali sono negati, umiliati e vilipesi.

Crediamo che l’opinione pubblica italiana e internazionale, e soprattutto il Governo del nostro Paese, non possano rimanere indifferenti di fronte a questa assurda e sconcertante vicenda. Un atto di umanità appare, oltre che necessario, particolarmente urgente: pochissimi giorni mancano alla data fissata attualmente dalle autorità britanniche (28 agosto) per il rimpatrio forzato di Pegah Emambakhsh.
Siamo sicuri che la stragrande maggioranza degli italiani e delle italiane approverà senz’altro l’operato di un Governo che sceglierà di non lasciare sola Pegah di fronte alla barbara violenza che è stata, che è, che ancora potrebbe essere costretta a subire.
 
 
Per adesioni:
maschileplurale@libero.it
 

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